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mercoledì 13 luglio 2011

parlavamo dove fossero finiti i tossici....uno è finito ieri CAZZO!!!!

Lo Squalo
All’epoca vivevi a Milano.
Sentivo parlare spesso di te
da quelli con qualche esperienza in più
per noi era il tempo di chitarre, tramonti
e di tutte quelle isole che non avremmo mai trovato,
quelle che non c’erano e non ci sarebbero mai state.
T’immaginavo come un vecchio hippy,
capelli lunghi,
collanine e tutti quegli accessori
che ci facevano sentire diversi dagli altri;
con sto soprannome,
lo squalo,
a cui ognuno di noi dava una sua spiegazione,
nel giro di poco tempo diventasti una leggenda
che pochi di noi avevano realmente visto.
Poi un giorno ti vidi e con te vidi l’eroina,
la tenevi scritta tutta in faccia
e la tua faccia già non era un granchè:
brutto, espressione arcigna, capelli corti e un unico dente;
dell’hippy non avevi proprio un cazzo.
Non mi piacesti.
In più sto carattere burbero
sto stomaco pieno di pelo
cinico, spietato.
per una pera
saresti stato capace di fregarti una stella dal cielo,
non potevi piacermi
mi piacevano troppo le stelle
mi piacevano troppo i sogni
e tu avevi sempre una lucida spiegazione per smontarmeli,
forse avevi già camminato in tante notti senza luna,
ma a questo non ci pensai.
Poi dopo un po’
quando la mia espressione cominciò a somigliarti
quando cominciai a usare i tuoi stessi giochi
cominciai anche a capire
che tutto quello che avevo visto di brutto in te
erano solo bastonate in più che avevi preso,
e le bastonate non sono mai belle,
era solo autodifesa,
era l’unico modo possibile di vivere la tossicodipendenza.
Tutto quello che avevo visto di brutto in te
era solo tutto il brutto gioco in cui eravamo caduti
in cui avevamo scelto di cadere
perché di bello non avevamo trovato niente di meglio.
Quei denti mancanti
li avevi consumati per assaggiare troppo
perché non hai mai avuto paura di masticare la vita,
per quanto tosta e amara potesse essere,
tu te ne fregavi
dovevi provarla,
forse non riuscivi a trovare un gusto che ti piacesse
e quando finalmente lo trovasti,
con quell’unico dente sopravvissuto
volevi scegliere tu cosa mangiare,
e per forza di cose
non potevi che scegliere cose morbide,
cose che non ti facessero sentire tanto dolore.
Ma non ti saresti mai fatto imboccare da nessuno
non sarebbe mai successo,
e ora che i tuoi passi sono finiti
lo posso affermare con certezza,
oramai non potrai più smentirmi,
no,
non è mai successo
nessuno mai ti ha imboccato.
Quell’unico dente ti rappresentava
rappresentava la tua scelta
la sola cosa che non avresti mai rinnegato
non ti saresti mai più girato indietro
né mai pianto addosso.
Mai un tentativo di smettere
mai una comunità
mai un senso di colpa
mai un ripensamento,
eri il tipo che le cose o le fa o non le fa
la via di mezzo non era la tua via.
Lasciasti famiglia e ragazza,
“una ragazza che t’invidiavamo tutti”
e andasti a vivere da solo,
non volevi coinvolgere la famiglia
(e tanto meno dividere la roba con la ragazza),
dignitoso e goloso, sempre stato così
e sempre così saresti rimasto.
Con la realtà
se non la filtravi un po’
non riuscivi proprio ad andarci d’accordo,
la sapevi adoperare a tuo piacimento
ma solo per sfuggirle,
eri di una lucidità impressionante per riuscire ad evadere.
Poteva mancare la roba dappertutto
tu la trovavi sempre,
e col cazzo ne davi un po’ a qualcuno,
ma neanche fregavi mai nessuno;
ora che ci penso,
non ricordo di averti mai visto tirare una “sola”
e per un tossico è un po’ un record.
In breve tutto ciò che di te non mi piaceva
diventò il mio insegnamento per vivere all’inferno,
anche se non sarei mai arrivato al tuo stile
nessuno ci sarebbe mai arrivato.
La differenza tra noi,
tra te e la maggior parte dei tossici
era che quell’inferno ce lo vivevamo soltanto noi
tu lo vedevi come una specie di paradiso di serie b
“meglio di niente, bisogna inventarsi qualcosa
o accontentarsi di questa cazzo di vita così com’è,
l’unico gusto che mi piace e io dovrei privarmene?
Sarebbe da stronzi!”
Era così che la pensavi,
era questa la tua filosofia.
Cazzo se ti piaceva la roba!
Mai visto nessuno così ingordo di qualcosa
e parlo di qualsiasi cosa,
forse alla gente non piace niente
o perlomeno non in modo così viscerale
così totale,
forse
se fosse più golosa,
se desse tutta se stessa per ciò che le sta a cuore
esisterebbe più amore.
E tu l’amavi veramente l’eroina
le eri profondamente grato,
per questo non l’hai mai tradita,
era l’unica che ha saputo coccolarti,
era la tua compagna di vita,
quella che si sposa sull’altare.
Quando la vedevi ti brillavano quegli occhiacci da cattivo
e dopo una pera diventavano quasi buoni,
d’un tratto diventavi un allegrone,
ti piaceva scherzare con tutti
sempre una battuta pronta,
oppure parlavi di film, di musica, libri, sport,
delle tue sculture su pezzi di tronchi d’albero
che andavi a rimediare nel bosco,
tutte cose che continuavi a coltivare.
Era l’altra faccia dello Squalo
quella che sposasti sull’altare.
Dovrei spendere il resto dei miei giorni
per raccontare i momenti vissuti insieme,
per raccontare te,
ma capirebbero in pochi
forse solo chi ti ha conosciuto veramente
e neanche ci scommetterei.
Una per tutte fu la dentiera col doppiofondo,
decidesti di sistemarti finalmente i denti
ma solo per andare in India.
Praticamente con quella dentiera non potevi nemmeno parlare
ma nessuno alla dogana avrebbe mai pensato di perquisirti i denti.
Eri proprio uno squalo!
Poi nell’arco di una notte infinita
quei giorni finiti.
Ora avevi sostituito l’eroina con l’alcol
e avevi aumentato il metadone,
la roba che gira oggi non ti faceva niente
e tu senza filtri non potevi stare,
non a caso avevi dedicato la tua vita allo sballo.
L’ultima volta ci siamo incontrati affittando dvd,
se ci pensi fa un po’ ridere,
l’avresti mai immaginato all’epoca che ci saremmo incontrati
stanchi, malconci, e coi capelli bianchi ad affittare dvd?
Ci è andata bene no?
In tanti non hanno avuto nemmeno il tempo
di farli i capelli bianchi,
noi avevamo ancora il cinema, la musica, i libri,
tesori dell’epoca riusciti a salvare;
e poi avevamo due belle cirrosi
souvenirs di quei giorni andati.
Inevitabilmente il discorso toccò quel tasto
“niente mi dicesti, sto bene,
ieri vomitai sangue
sarà stata essere una cioccolata che ho mangiato
forse era avariata o che cazzo ne so io!”
sono state le ultime parole che ti ho sentito dire.
Il giorno dopo sei morto,
a modo tuo
senza far troppo casino,
a casa tua
da solo
all'ospedale lasciasti solo la tua firma
per evadere un'ultima volta.,
Il portiere del palazzo
quando ti ha visto il mattino seguente
davanti alla tv
nella tua poltrona
circondato dalle tue birre
col capo chino e gli occhi chiusi
si è tranquillizzato
non vide niente di nuovo,
ha raccolto le bottiglie vuote
ti ha svuotato le ceneriere
e ti ha lasciato dormire.
Non aveva capito che avresti dormito per sempre
lo ha capto solo dopo qualche altra ora.
E si Squalaccio,
deve essere stata proprio quella cioccolata a ucciderti
tu
con la cioccolata
non c’entravi proprio un cazzo.
c.campajola

9 commenti:

  1. Dannazione Ciro perchè perchè? Fare le cose fatte bene o non farle... Mi chiedo cosa porta l'uomo a farsi così tanto male. Lo so anche a me è successo di farmi del male..in altri modi. Ma deciderlo giorno dopo giorno,cacciando tutti i tuoi cari per viverti la tua merda da solo al 100%, giorno dopo giorno... non gli sarà mai venuta voglia di dire basta, di dire ok ricomincio da me e mi riprendo la vita? O davvero una volta che ci sei dentro non hai più possibilità di vita, o la ragione viene cancellata dallo sballo? Sono solo ipotesi, solo pensieri buttati qui d'istinto...

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  2. Monica lui perciò era lo squalo....certo che tutti i tossici sperano sempre....ma lui non voleva sperare...aveva vissuto senza droga come hai letto, si era "sistemato" aveva un lavoro alle ferrovie, una donna stupenda, una famiglia adorabile...ma quando provò la droga forse quel pezzo mancante con cui nasciamo...(perchè di quello si tratta) finalmente si riempì...e da allora non si è mai posto il problema se fosse giusto, sbagliato, se fosse morto o meno....viveva senza più quel vuoto nello stomaco che spiegare è impossibile....per questo ripeto che le comunità, i centri ecc ecc....svolgono male il loro lavoro....non dovebbero limitarsi alla disintossicazione , non basta appena esci sei punto e a capo nella vita di tutti i giorni e senza più la protezione della comunità....si dovrebbe risalire alla causa di perchè quel buco nello stomaco insieme alla disintossicazione...e poi seguire i ragazzi SOPRATUTTO quando finiscono le terapie...è allora che hanno bisogno di sostegno....ma tutto questo non si fa...e lui da vecchio squalo lo sapeva...e allora ha preferito vivere meno ma senza ansie...a differenza mia e di tutti i tossici che ho conosciuto è l'unico a non avere mai avuto disturbi di ansia, depresione e varie...infatti era lui che non capiva noi...ci diceva sempre Per farti capire che tipo era. R.I P. Franco

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  3. ...diceva sempre che era logico che andassimo al manicomio con un piede dentro e l'altro fuori....sta parte se l'era mangiata

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  4. Grazie Ciro sto provando a capire. Mi fai tanto riflettere, sempre, quando ho letto quello che scrivi io mi devo sempre fermare, a guardare le parole, le osservo, ripenso a cosa significhino il perchè le hai scritte... grazie per questo..

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  5. Sono finalmente riuscito ad iscrivermi.. sono Alfredo.. bene.. eccomi davvero tra i vostri..

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  6. Quante storie dietro una carta nera.. quante vite che ci sono passate accanto.. pagine, volti.. da ricordare.

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  7. Benvenuto Afredo ci mancavi e ci "servivi"

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  8. per sopravvivere, spesso, si deve morire a poco a poco................
    a Squalaccio sarebbe piaciuto questo blog..

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