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venerdì 15 luglio 2011

PER UNA CANNA IN PIU'

La mia esperienza col fumo risale a qualche annetto fa.
Raccontarla per me non è facile, si tratta di periodi davvero dolorosi, di quelli che lasciano un sacco di cicatrici.
Un giorno incontrai un ragazzo, stavo uscendo da un periodo di vita di clausura, un matrimonio fallito alle spalle. giovane e sola e tutti che si giravano dall'altra pensando solo a giudicarmi e dirmi cattiverie...compresa la mia famiglia. Lui era "fuori dalle righe", strafottente, menefreghista... bastardo ed egoista, ma mi divertivo con lui.
Abbiamo cominciato a convivere e allora ho smesso di divertirmi.
Il suo menefreghismo e la voglia di andare contro corrente lo portarono dal fumare qualche canna al fumare canne come fossero sigarette, considerando che fumava un pacchetto di sigarette al giorno.....
Il fumo costa... più di un pacchetto di Marlboro e poi servivano anche quelle per farsi una canna.
Lui voleva che fumassi anch'io e io lo seguii. I soldi non ci bastavano mai, andavano tutti in marocchino...cioccolato...maria....
Andavamo a Milano, di notte, dove bazzicavano solo spacciatori e tossicodipendenti e compravamo minimo 500 mila lire di fumo alla volta, poi tornavamo a casa e durava davvero poco.
Per quello che mi riguarda non era un grande effetto quello che mi faceva la canna o il cilum che fosse, a parte un collasso una volta, ma me lo sono cercato.
Lui invece ormai fumava sempre....ogni volta che mi giravo rollava una canna o magari ero io a rollarle per lui.
Dopo circa un paio di mesi il suo cervello era in pappa e un po' anche il mio, ma io non ne abusavo così tanto come lui.
La memoria era andata a farsi fottere, non risordava quello che aveva fatto dalla mattina alla sera. Il suo carattere già violento lo diventò ancora di più.
La depressione si impadroniva di entrambi, lui reagiva trattando me come una merda, maltrattandomi fisicamente e psicologicamente e io maltrattando me stessa, lasciando che lui abusasse di me, lasciando che la vita mi vivesse, senza fare nulla, aspettando un minimo di lucidità per avere un sorriso e una carezza.
Nemmeno il gesto estremo che tentai di fare servì a placare quel periodo di degrado.
Poi non ricordo perchè, ma io smisi, forse dopo che perdemmo entrambi il lavoro, per la nostra inefficenza, cosa che non è da me che al lavoro sono sempre stata al 100%. Anche lui smise, o almeno si limitò molto, dopo parecchio tempo e si calmò, ma io ero lontana e non mi riavvicinai più a lui...grazie al cielo.
Mentre scrivo rivivo e devo smettere perchè mi tremano le mani, mi salgono le lacrime e il cuore batte forte forte. E' stato un periodo durato qualche anno, non qualche mese, non riesco a raccontarlo più dettagliatamente, non ancora, anche se ci ho scritto un libro su di me, anche se spero sempre di somatizzare, ma quando piove si sà che le ferite tornano a fare male e oggi piove...

7 commenti:

  1. Il passato torna sempre a sconvolgerci gli animi, ma ci vuole coraggio a raccontarlo ed ancora di più scriverlo. Ricorda Monica che il tuo passato ti ha segnata ma costruita, rinforzata, e per fortuna è passato.. e non torna più perchè oltretutto sai cosa vuol dire ritornare sui tuoi passi.. l'hai vissuto e hai capito.. E sei stata grande a diventare quello che sei ora. Ti voglio bene

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  2. Eccomi fatina dovrò dividere il commento in due perchè di nuovo st'aggeggio mi dice sono logorroico.Innanzitutto concordo con Mick….”sei grande per quello che sei ora” e il perché lo sei non credo dipenda da niente in particolare, ogni situazione o esperienza, anche la più drammatica, può migliorarti o peggiorarti, abbrutire, quanti malati per esempio sono portati, loro malgrado credo, a diventare egoisti, a volte cattivi, quasi provassero un inconscia invidia per chi non lo è, ed è sicuramente una reazione umana ma comunque negativa, mentre ad altri la malattia fa crescere, fa scartare le cazzate insegna a vedere le cose sotto una luce diversa e quindi a darci il giusto peso che magari prima non davano, fa diventare di una sensibilità che prima non avresti mai creduto di trovare in quella stessa persona….quindi la reazione è soggettiva e dipende, come tutte le cose di questo mondo, dalla persona e se a te ha reso migliore è solo perché già lo eri, eri solo confusa secondo me. Detto questo…..cazzo…ora capisco perché Vasco quando piove dice “senti che bel rumore”…senti quanto bel rumore hai buttato fuori, e prima di risponderti mi permetto di consigliarti di non fermarti proprio e soprattutto quando stai rivivendo, quando ti viene da piangere, lo so è doloroso (io non sono mai riuscito a leggere le mie cose in pubblico perché mi trema la voce e confesso che poche volte anche da solo rileggo quello che ho scritto, perfino il mio libro non sono mai riuscito a leggerlo per non riviverlo)…però scriverle, riviverle aiuta a capire meglio dei perché che al momento non valutavi neanche e soprattutto a NON somatizzare….che come già ebbi modo di dirti, se non sbaglio con Psyco, non è molto utile, è solo dannoso….buttalo fuori, vomitalo il dolore fidati, tanto per citare un autore a caso….Bukowski”….:)))…diceva “io quando scrivo butto via la morte dal taschino la faccio rimbalzare e poi la rimetto a posto”e in qualche modo è vero, devi ripercorrerle certe strade se vuoi chiuderle, lasciarle aperte non serve. Grazie per questo racconto, amo la gente che si racconta e diffido dei troppo riservati, quelli che provano vergogna o che hanno troppo pudore, per il semplice motivo che secondo me, vergogna e pudore hanno assunto ormai significati diversi dal significato originario, come quasi tutte le parole ormai….non avrei mai creduto che un giorno mi sarebbero mancati i significati da vocabolario per le parole….prendi la parola “civile” oggi si attribuisce a cazzate, “siamo rimasti in rapporti civili”….niente affatto siete solo giunti a un saggio compromesso che è meglio non litigare più, dal momento che non vi amate più, anziché stare ogni volta a prendervi a cazzotti…ma non è civile….è distacco…è frigido, come non è civile questa civiltà solo perché non dice parolacce, o sa abbinare la faccia al ruolo poi va in chiesa magari ma si gira dall’altra parte fuori la chiesa se un mendicante gli tende la mano…la vergogna è essere civili in questo senso, vergogna è fregarsene della vera civiltà, della società in cui vivi non solo tu, non si può provare vergogna per un errore e il pudore si vede nell’approcciarsi alle persone che ci circondano, rispettando e pretendendo rispetto senza invasioni di terzi non invitati a dire la loro , specie se da regolamento del perfetto civile, cosa di cui oggi siamo tutti vittime, ognuno è sempre prontissimo a spiegare gli altri pur non spiegare spiegarsi a se stesso.

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  3. Bè dopo questo lungo preambolo…..ti dirò….credo che nella tua storia raccontata il fumo non c’entri una mazza. Il fumo è stato l’appiglio “per” non la causa “di”, spiego,il fumo orami sappiamo tutti che tra tutto ciò che quotidianamente assumiamo, cibo compreso, è forse la cosa meno nociva alla salute, e come saprai lo usano proprio per la depressione in molti malati terminali oltre a usarlo anche in altri campi per le sue proprietà curative ma su questo non so risponderti per esperienza diretta, mente sulla depressione si. Io sempre come leggesti in Psyco sto di nuovo alle prese con psicofarmaci e “proprio per il mio somatizzare”….inutile dire che dopo un po’ i farmaci mi facevano un baffo, bè io non ho mai smesso di fumare da quando ho cominciato, e ti dico che oggi prendo un quarto di tutte le schifezze che mi hanno prescritto proprio perché mi sono reso conto che a volte dopo un paio di canne mi svegliavo al mattino ricordandomi che non avevo preso il sonnifero o il tavor….da allora oltre ai miei tre pacchetti di sigarette a ogni stpendio mi faccio la scorta per tutto il mese e a differenza di prima che fumavo “tipo te e il tuo amico” da mattina a sera, fumo terapeuticamente solo quando ne sento l’esigenza, nel senso quando sto particolarmente ansioso oppure se quella sera voglio ascoltare un disco “entrandoci un po’ più dentro” andarmene con la mente dietro le note…ma se devo uscire per strada o fare qualche servizio allora si che il fumo mi mette ansia…praticamente dopo una vita che fumo ho imparato come si fuma, oggi ne potrei tenere piantagioni (e le ho anche avute) ma non supero mai il “fabbisogno” (anche perché appunto come dici tu l’effetto piacevole più di quello non è chissaà che, aumentare la cannte stona soltanto). Dunque facendo due conticini, tu uscivi da un matrimonio fallito che non deve essere cosa piacevole, “forse” ti volevi divertire come dici…ma perché ti volevi “divertire”? Sicura che cercavi divertimento e non uno scacciapensieri…o magari peggio ancora, sicura che invece di divertirti non volevi farti del male? Per divertirsi non serve necessariamente il fumo….magari una canna aiuta anche ma il modo esasperato in cui lo facevi io non lo trovo divertimento mi fa ricordare me stesso ogni volta che staccavo per un periodo dall’eroina e dicevo “ora voglio divertirmi” e diventavo maniacale in tutto, se scoprivo “divertimento” dopo una birra…le birre diventavano cento e così con tutte le cose, perfino con i quadri dipingevo fino a svenire notte e giorno…in raltà oggi credo rileggendo soprattutto tanti miei racconti più che poesie, che cercavo solo di colmare quel vuoto che era rimasto togliendo la roba. Addirittura con il sesso, cosa che comunque con amore o solo per piacere di sensi, dovrebbe essere in tutti i casi una cosa “bella, positiva” invece io la trasformavo in negativa , in vera e propria droga.

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  4. Pensa che con mia moglie se c’è una cosa che probabilmente non ci ha fatto mai dividere è che oltre a un rapporto di appartenenza mentale abbiamo fortunatamente sempre avuto anche un rapporto anima-le, (mix tra anima e animale) nel senso che a volte tante incomprensioni, tante cose che non riuscivamo o potevamo dirci a voce, ce e dicevamo attraverso i sensi e ancora oggi dopo 25 anni di matrimonio e miliardi di storie di sesso, credo io non abbia mai fatto sesso come lo faccio con lei…sembra sempre la prima volta….eppure quando smettevo con la droga cominciavo a scopare con chiunque capitasse e molto spesso erano donne molto più brutte di mia moglie per cui on era né esigenza fisica né attrazione estetica, molte mi stavano anche sul cazzo. Il mattino quando mi svegliavo in quei letti….che senso di schifo….è spersonalizzante come poche cose….spesso non ricordavo manco dove le avessi incontrate né come si chiamassero. Tutto sto papiello per dirti che ogni cosa se esasperata è micidiale ed è soprattutto un segnale di qualcosa che manca…..insomma secondo me Fatina nel tuo divertimento volevi farti male, e se così fosse ringrazio Dio o chi per lui, che il tipo qualche sera, visto che spendevate tanti soldi e non eravate mai appagati, non ti abbia proposto altro genere di “divertimenti”….ma mica perché ti voglio bene come Michele…solo per egoismo da vecchio tossico….perchè se lo fossi diventata anche tu io oggi non avrei la mia Fatina.,,,,;))) Ti adoro Monica, sei una gran bella persona, pulita, onesta e sincera, senza neanche conoscerti ti affiderei anche la mia cosa più preziosa ad occhi chiusi. Grazie per questa storia che ci hai raccontato (e di cui aspettiamo il seguito quando le lacrime saranno asciugate)….Però…….chi mi doveva dire a me l’ eccessivo per eccellenza, Campajola l’esagerato mi chiamavano i miei amci, che un giorno avrei predicato le modiche quantità….:)))) è proprio un miracolo la vita….altro che paradiso e inferno….siamo noi che ci costruiamo sia l’uno che l’altro…e pare che ci siamo incontrati un bel po’ di noi proprio in un momento che abbiamo voglia di un paradiso terreno….dal momento che ognuno a modo suo, il suo personale inferno l’ha scontato. PICCHIATELLI ALLA RISCOSSA!!!!!!!!!!!!!....:))))

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  5. Probabilmente è vero Ciro, probabilmente mi volevo far male, probabilmente non era il fumo, probabilmente era il periodo, la debolezza...non so, ma io credo che in qualche modod il fumo centri, non per il fumo in se, ma per l'abuso...come dici tu quando si esagera nelle cose non fa mai bene. Ma non so se da questo liberelizzerei le droghe leggere, sono titubante, mi fanno paura. In quel periodo sono stata anche ad Amsterdam e vedere tanta gente allucinata se da una parte mi divertiva, dall'altra col senno di poi penso:e se uno di loro fosse mio figlio? Ne sarei felice? Fumerà anche lui, probabilmente lo farà... ma spero sempre che riesca a moderarsi perchè appunto se in certi periodi ti accorgi che quelle non bastano per farti star meglio e ti propongono altro che succede? Da cosa nasce cosa o no? Non so che dire, non so da che parte stare, dall'altra capisco la tentazione del divieto... eccome se la capisco...è maledetta quella... ma legalizzare non vuol dire dare il via libera all'abuso? E tu mi dirai e l'alcool? E gli psicofarmaci? E il fumo stesso delle sigarette? Hai ragione, ripeto sono combattuta, forse perchè lego tutto alla mia esperienza.
    Le parole che usi sono stupende, non so se mi merito così tanto, ma ti ringrazio davvero con tutto il cuore. Comunque tranquillo, ne è passata di acqua sotto i ponti e la Monica di allora c'è solo in parte, ora voglio star bene.
    Pensa che ho pefino smesso di fumare!!! Sono stata bravissima schizzata come sono....

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  6. Monica, legalizzarla non darebbe nè più nè meno pssibilità a un ragazzo di fumare, tanto è come se lo fosse visto che dovunque ti giri la trovi...ma taglierebbe la gambe al narcotraffico e quindi anche alla stessa droga, io proprio per questolegarizzerei anche le droghe pesanti...stai pur certa che ne arriverebbe di meno e sarebbe il tutto più controllabile. Un bacione

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  7. ci vuole coraggio a far tutto, anche a lasciarsi vivere o a lasciarsi uccidere per una carezza...
    grazie del tuo coraggio Monica, raccontarlo è importantissimo......

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