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sabato 9 luglio 2011

mostriamoci i documenti

mostriamoci i documenti


una tempo stavo esposto
ero tempo morto
oggi faccio il custode
nel tempo morto vomito su fogli bianchi
l’ enigmistica mi ricorda il tempo morto

non passa mai il tempo nel museo degli orrori

è una “collettiva”
per dirla con parole vostre
autori diversi
diversi orrori
e anche qualcuno in più
mai nessuno in sala
li capisco
neanche io visiterei mai un simile cesso
ma è il mio posto di lavoro

però fuori dalla sala
qualcuno che ritira l’incasso c’è sempre
e c’è sempre un incasso
nonostante la sala deserta

come mostra d’arte è un MOSTRO
no
non è un gioco di parole
è davvero un MOSTRO
in fiamme e ossa

venite

questa è una madre incinta
quello che allatta è il dolore

è un’opera religiosa credo

prego di qua
guardate queste vene inchiodate
abbassate lo sguardo?
si dal basso si vede solo il sangue
è meno disgustoso
un bel rosso vivo mette sempre allegria
e non ti fa mai andare in rosso
è un affare

è un opera senza corrente….
culturale intendo

prego di qua

questa vagina lacerata è una notte contemporanea
questo cieco
che mendica dannato sull’asfalto infiammato
è un giorno contemporaneo
questa tela chiaramente nera è arte futurista

il bambino schiacciato dal soffitto della sua casa bombardata
è un monumento di violenza carnale
l’autore è quella bomba sul soffitto

quest’ammucchiata di corpi senza vita
sono i nostri eroi
qualcuno non ha avuto il tempo per la prima scopata
l’autore in divisa e stellette
è lo stesso di sopra

queste donne infreddolite e nude
vergini puttane sacrificali
queste notti di fuoco e copertoni
di volgarità
di peccato e santità
sesso urlato e azzannato
di sesso sopportato
trattenuto come un labbro morsicato
di Madonne in pianto
notti di poveri cristi in calore senza madonne
notti smadonnate
queste notti da chiavare lacrime e rabbia
da fottere amore e dolore
di preservativi con sperma rinsecchito
e albe di giorni finiti
sono il furto di anime bianche in donne nere
sono anime nere in uomini bianchi di marmo
creature di morte
sono notti per lavorarsi il giorno
sono giorni lavorati dalle notti

questo fuoco
quello stretto necessario per reggerle in piedi
per tenere la merce fresca
è l’animo dell’autore

questi occhi smarriti
questi rabbiosi
questi di odio
questi di vendetta
questi di pistole e alcol
di droga e pianto nascosto
questi di igiene mentale
questi addormentati
questi di calvario
questi di bestemmia
di assassinio
questi di giudizio
di condanna
di castigo
questi occhi sono i nostri figli

sono prodotti del futuro
sono il cannibalismo predicato
quell’uomo in bianco è il loro pastore
il loro demone

chi li consegna all’inferno
sono le nostre comode preghiere
la sedia sotto il nostro culo
è del pastore
suoi sono i santi
nostre le speranze
suo è l’altare
noi in ginocchio
suoi gli argenti
nostri gli oboli
sua l’ostia
nostra la fame
la cupola sulla nostra testa è solo nostra
è la nostra trappola
un dono dal l pastore
è il nostro sguardo negato al Cielo
questo vecchio continente
che offre il culo a quello giovane
è la sala in cui ci troviamo
gli zerbini che leccano sudiciume americano
rappresentano chi ci rappresenta
antica democrazia di nuovo continente
l’autore è famoso
sfondò con gli indiani
poi passò a topolino
poi al Vietnam
oggi pare s’interessi di cultura orientale

questo giornale poggiato sulla tv
è un permesso senza il nostro permesso
è una furbizia rimbecillente
è cultura a mano armata
è la nuova medicina che distingue i mali
quelli da curare da quelli da espiare
una medicina velenosa per noi
un toccasana per se stessa

questo sono io
temporaneamente morto senza pace
ero appena andato dal mio spacciatore
ero un privilegiato
abitava accanto a me

questo è il suo cesso
dove ci infilavamo l’ago in vena
questo è il nostro sangue
questo cazzo livido di buchi è il suo
questa coscia martoriata di buchi è la mia

i rimanenti arti
li avete appena visti tra le vene inchiodate
erano quelli sottolineati da sfregi permanenti

quei momenti erano i nostri
solo nostri
prima durante e dopo la droga
e poi ancora dopo

questa è la pace
che ci raggiungeva con la delicatezza di un bisturi
questi siamo noi temporaneamente morti
ma in pace

questa scritta a sangue sul muro di qualunque cesso
era il nostro VAFFANCULO

questo è il cassetto dove lasciavo i miei attrezzi da lavoro

siringa
sempre la stessa

aghi di varia lunghezza
tutti usati
qualche volta perfino sciacquati
tutti ormai senza punta
cucchiaino bruciato di nero sotto
bruciato di bianco sopra

laccio emostatico se andava bene
spezzoni di quel laccio se andava
attrezzi inutili se non andava
e qualche volta non andava

questo corvo sulla croce
è il poliziotto che ci arrestava
ci picchiava
insultava noi
la nostra condizione
e le nostre madri

quest’altro corvo sulla croce è lo stesso poliziotto
che intasca soldi dalla camorra
la camorra è quel cane bavoso
che riporta la palla al poliziotto
la legge è l’altro cane che scodinzola
l’informazione è quel branco di pecore clonate
pecore castrate gaudenti di menzogne
scandalose e influenti
influenti sullo scandalo
scandalose nelle coscienze
queste luci al neon sono i nostri ospedali
questi siamo noi ad asciugare sotto i neon
questi sguardi al neon
sono i medici che ci dimenticavano
questi sguardi in fiamme
gli infermieri che ci accoglievano

questa è la paura nel mio stomaco quella mattina
il mio spacciatore non era in casa
per i miei attrezzi non andava

lo aspetto fuori al vicolo
estate piena
caldo asfissiante a guardare gli altri
freddo nelle mie ossa a sentirmi dentro
sudore diverso sull’involucro delle mie ossa
sudore ghiacciato nel caldo d’agosto
lo stesso del freddo di gennaio
ustione quotidiana
piaga stomachevole
sgradevole alla vista
una piaga della società per dirla con la società

i miei occhi guardano fisso alla sinistra
dalla sinistra arriverà lo spacciatore
dell’altro lato non me ne frega un cazzo

ma gli occhi dell’altro lato si appiccicano su di me
li sento addosso
mi tolgono l’aria
mi tolgono la vita
non lasciano in pace la mia morte

continuo a guardare il lato che mi necessita

caldo umido sulla mia coscia
mi costringe a cambiare lo sguardo

un cane mi ha pisciato su una coscia
lo vedo scrollarsi le ultime gocce
e riprendere la sua strada

lui non mi guarda

penso d’essere diventato un vegetale
penso positivo
non voglio pensare che potrei essere già morto
un cane non piscia su qualcosa in movimento
penso d’essermi pietrificato
una statua utile per piscio di cani
una statua utile per fame di lupi

non è stata un’esperienza drammatica
oggi i cani non pisciano più sulle mie cosce
qualcuno continua a pisciare sulla mia vita
a pisciare sulla vita
questa
è
un’esperienza drammatica

poi tra un miliardo di macchine
di folle-folla
di tranquillo-caos
d’asfalto d’inferno ribollente sotto gli scarichi di gas
vidi l’unica cosa che volevo vedere

il mio spacciatore era di ritorno

la lista completa degli autori?
mostriamoci i documenti prego
gli specchi per sputarci in faccia?
nel cesso in fondo a destra
C.Campajola



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